"Le persone non fanno viaggi, sono i viaggi che fanno le persone" J.Steinbeck

mercoledì 23 luglio 2014

York, Canterbury e Oxford

Proseguendo nel tour delle gite “fuori Londra”, sono sicuramente da segnalare queste tre città, ciascuna famosa per motivi diversi, e ciascuna diversamente lontana dalla Capitale inglese.

York
York, delle tre, è quella che dista di più rispetto a Londra; tuttavia, poiché risulta la seconda città più visitata dell’Inghilterra (indovinate qual è la prima..),se possibile, una puntatina è d’obbligo.  
York si staglia a Nord dell’Inghilterra, a circa 350 km dalla Capitale, ed è capoluogo della contea dello Yorkshire.
Città fondata in epoca romana con il nome di Eboracum, nei secoli ha avuto un ruolo cruciale nella storia inglese (chi non ha studiato la guerra delle due rose, tra i Lancaster e, appunto,e gli York), divenendo più volte sede dello stesso Parlamento.
Oggi il suo ruolo politico e amministrativo è nettamente ridimensionato, tuttavia resta un gioiello dal punto di vista turistico.
Per gli spostamenti, mi affido sempre alla National Express (a cui, per ulteriori info, rimando al precedente post): scelgo l’economicità rispetto alla velocità.  Con la tessera Coachcard e comprando insieme A/R pago 40 £: il viaggio dura oltre 5 ore. Poco male, il pullman può anche essere visto come sostituto gratuito all’ostello: prenoto il ritorno durante la notte, così mi risolvo anche il problema sul dove dormire.
Comprata la mappa della città (scaricabile qui http://mediafiles.thedms.co.uk/Publication/YK/cms/pdf/Street%20map%20May%2014.pdf) , decido di iniziare con una veloce perlustrazione.
Il centro, racchiuso dalle mura, è quasi totalmente pedonale,  e ,vista la non eccessiva grandezza, risulta agevole da girare a piedi.
Nonostante i tanti centri di interesse, che elencherò in seguito, la vera particolarità di York sono le viuzze strette del centro, le case in stile medievale, le strade lastricate con pietroni, il lungofiume da cui si può osservare il profilo della città, e, luogo per eccellenza, le mura che circondano la città vecchia per centinaia di metri, accessibili gratuitamente, che regalano punti di vista diversi delle principali costruzioni cittadine.
Quindi, andando in ordine, i luoghi imperdibili per me sono:
- il “budello” della vecchia città: la via più nota è senz’altro la Shambles”; ma, in generale, è tutto il centro storico a meritare. Vi capiterà anche di passare di fronte al Guy Fawkess Inn, in High Petergate, albergo che ha la particolarità di sorgere dove nacque Guy Fawkes, cattolico inglese vissuto a cavallo del 16° secolo, che provò, con altri congiurati, a far saltare il Parlamento. Fu scoperto e arso viso, ma il suo volto, stilizzato, rimane una delle maschere più frequenti in cui ci si può imbattere durante le manifestazioni in piazza di tutto il mondo, oltre a regalare oscurità al volto di V, nel film “V per Vendetta.” ;
maschera di Fawkes

- le mura che circondano la città, accessibili tramite scale in più punti e gratuite; mentre risultano a pagamento le torrette.
- La Cattedrale, probabilmente l’attrazione più nota della città. L’ingresso per adulti costa 15£, 14 per studenti. Forse anche per questo, oltre che per l’indigestione di cattedrali che avevo fatto in quel periodo,che mi sono accontentato di fare un giro intorno ad essa, nel curatissimo parco che la circonda.
-Clifford Tower e il Castle Museum. La prima è una torretta che si erge di fronte al castello. Merita l’ingresso giusto per la visita che da lì si può godere sulla città; per il resto si può anche evitare (costo, per studenti, 3.5 £).
Clifford Towers

Il castello, invece, è molto interessante: viene ripercorsa la sua storia nei secoli, con cimeli reali e rappresentazioni (quando sono entrato io il tema era la commemorazione dei cent’anni dall’inizio della prima Guerra Mondiale); insomma, non voglio svelarvi nulla, ma lo consiglio. Il costo per adulti è di 9.5£ (8.5£ per studenti).
Occhio anche alle promozioni in atto: nel mio periodo l’ingresso al Castello + l’accesso allo Yorkshire Museum venivano 12 £.
- Lo Yorkshire Museum: ecco, non so se consigliarlo. Lo faccio se, come me, avete aggiunto 2,5 £ all’ingresso del biglietto per il “Castle Museum”; sennò, a meno che non siate appassionati della storia locale inglese, si potrebbe anche soprassedere. Ciò che proprio non si può evitare di vedere è il parco che lo circonda: mura romane, fontane, vecchie torri sono arricchite da frequenti esibizioni militari e da centinaia di inglesi che si riversano in questo antico parco per qualche ora di tranquillità.
- Yorvik Museum; situato nel centro cittadino, questo museo ripercorre la vita e le abitudini dei vichinghi, che invasero York nell’866, eleggendola capitale del Regno di Yorvik. Non saprei se consigliarlo o meno, visto che non ci sono entrato( mi dava l’impressione di essere un po’ troppo “romanzato” e infantile!). I giudizi su Tripadvisor potrebbero essere un buon orientamento! Il costo per l’ingresso adulto è di circa 10 £ (8 per studenti), anche se può aumentare integrando altre attività praticabili non incluse nel prezzo, come la “dig”, la parte che comprende le scoperte archeologiche;
- Railways Muesum: gratuito, anche se la donazione di 3£ è praticamente d’obbligo, ripropone una stazione dell’epoca, con, sui binari, molti treni di inizio secolo.
Colpisce per maestosità e cura di particolari: infatti, nell’enorme stazione iniziale, si può salire su molti vagoni dell’epoca e assaporare epoche passate. Oltre a ciò, c’è una (trascurabile) sezione dedicata ai treni merci e un eccezionale salone riguardante gli sviluppi ferroviari e le nuove tecnologie. La visita si conclude con una ricostruzione delle officine e degli studi ingegneristici effettuati.
Che dire, pur non essendo un appassionato del genere, il museo vale assolutamente una visita, anche per capire il legame che gli inglesi hanno con le proprie Ferrovie ( chissà perché, ma ho la sensazione che se Trenitalia curasse un museo analogo, non avrebbe la coda alla biglietteria).

Costo totale da Londra: 65£ (40 di viaggio, più 20 per entrare in 3-4 attrazioni, più 5 per mangiare)
Tempo visita: almeno 8 ore, visto anche il tempo per raggiungerla
Consigliata: decisamente si!


Canterbury
Il nome di questa cittadina mi ha subito evocato ricordi liceali.
Impossibile dimenticare “Canterbury Tales” di G.Chaucer , letto controvoglia qualche estate fa per ordine del professore d’inglese.
Poi, come molte volte capita, le cose studiate malvolentieri un tempo tra i banchi di scuola, si finisce per rivalutarle e apprezzarle, complice anche la lontananza da insidiose verifiche e sufficienze da raggiungere.
Così eccomi qua, come al solito usando la National Express in partenza da Londra Coach Station, a compiere il mio personalissimo pellegrinaggio verso la Cattedrale in cui è sepolto Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, che si oppose ad alcuni interventi antiecclesiastici dell’allora Re d’Inghilterra, Enrico II , venendo perciò ucciso nel 1173. Fu poi santificato e reso martire, e da allora la sua tomba è meta di continui pellegrinaggi: il più noto è quello descritto dalla penna (e dalla fantasia) di Chaucer nel XIV secolo, che narrò le storie che alcuni pellegrini si raccontavano sulla tratta Londra- Canterbury per far passare il tempo.
Lungi da me dal farla a piedi, prendo il solito biglietto A/R, che, associato alla Young Person coachcard, mi permette di fare avanti e indietro con 13 £ , impiegando circa 1.50 h a tratta.
La stazione dei bus è molto vicina al cuore della città, e all’interno di essa vengono distribuite gratuitamente cartine del centro.
La parte antica è racchiusa dalle mura, e la stella polare di Canterbury è, manco a dirlo, la sua cattedrale ( questo il sito di riferimento http://www.canterbury-cathedral.org/)
Le sue guglie sono visibili da qualsiasi punto, anche se gli edifici cittadini si stringono intorno a lei rendendo impossibile, una volta entrati nell’area ad essa dedicata, inquadrarla totalmente con l’obiettivo della macchina foto (lo so, so problemi!).
La cattedrale di Canterbury
Proprio la presenza tutt’intorno di case e mura rende la cattedrale “coperta” da vicino: per ammirarla, anche solo da fuori, è necessario entrare nell’area a pagamento. Il biglietto intero costa 10 £, ma, fortuna vuole che quel giorno a causa di lavori di restaurazione, l’ingresso fosse libero.
Comunque sia, mi pare di aver capito che anche la domenica l’accesso alla cattedrale è gratuito, visto che si tratta del loro giorno santo.
La cripta, le tombe, gli altari, le vetrate,i confessionali, le candele ,il pavimento in pietra,i cassettoni finemente intagliati, le cappellette ai lati delle navate centrali: tutto contribuisce a dare imponenza ma anche grande austerità a questo monumento.
Il tutto fu amplificato dalle suggestive prove del coro che si stavano svolgendo durante la mia visita e che occludevano parte dell’edificio alla visita dei turisti.
Sicuramente il punto più interessante e fotografato (in barba ai divieti) è la lapide celebrativa di T.Becket, anche se non mancano altri beati e personaggi d’interesse sepolti lì.
Usciti dalla cattedrale, non resta che farsi trascinare dalla corrente di turisti che affollano le stradine medievali del centro, fare un salto al castello di Canterbury, una sorta di semplice parallelepipedo in pietre, privo di qualsiasi punto di interesse, e forse per questo ad ingresso gratuito; percorrere il delizioso lungofiume, solcato da piccole imbarcazioni, i cui lati sono abbelliti da fiori e piante; ammirare la pace che si trova nel “Westgate Gardens”;cercare di evitare trappole per turisti, come il museo dei “racconti di Canterbury”.Il tutto senza perdere mai di vista lei, il vero e unico gioiello della città, che come avviene ormai da diversi secoli, attira frotte di pellegrini e turisti. La Cattedrale.

Costo da Londra: circa 38 £(13 di viaggio, 10 di ingresso alla Cattedrale, 5 per mangiare)
Tempo visita: circa 4 ore, ti cui almeno due da dedicare alla cattedrale

Consigliata: Ni

Oxford
“Scegliere tra Oxford e Cambridge è come scegliere tra la mamma e il papà”. Con queste parole il responsabile dell’ufficio turistico di Londra mi ha liquidato: gli avevo appena chiesto di consigliarmi tra una delle due città universitarie. Visitarle tutte e due mi pareva un'inutile ripetizione.
Esse si trovano a una distanza più o meno simile da Londra, una novantina di Km, e gli inglesi spesso le chiamano “Oxbridge”, accomunandole.
Nella comunità in cui risiedo chiedo a lungo quale sia , secondo loro, la più meritevole di una visita, ma, rendendomi conto che le risposte sono inesorabilmente orientate dal diverso passato universitario di chi mi consiglia, preferisco fare da me: Oxford!
Scelgo lei un po’ perché (forse)leggermente più nota, un po’ perché la leggenda vuole che, a inizio XIIV secolo, Cambridge fu fondata da alcuni ex studenti di Oxford, allontanatisi in seguito a diverbi coi locali. Insomma, mi oriento per gli “originali”!
Con 18£ si va e si torna, sempre con la NE e sempre da Londra.
Dopo un paio d’ore di pullman, eccomi arrivato: la stazione si trova appena superato l’Oxford Canal, di fianco alla vecchia stazione dei vigili del Fuoco. (qui la mappa http://cebmh.warne.ox.ac.uk/csr/images/central_ox_map.pdf)
La parte “interessante” della città è delimitata a Est dal River Chierwell e a Ovest dall’Oxford Canal, appunto.
Procuratomi una cartina presso il centro Informazioni, inizio a percorrere la High Street, la via che taglia orizzontalmente tutto il centro della città. Da questa via partono diverse traverse: ciascuna conduce a differenti College, piazzette, edifici in stile gotico- medievale.
Mc Donald’s e KFF si alternano senza apparente contraddizione a edifici del tardo ‘500; vie dello shopping e cupi atri universitari convivono armoniosamente.
Sicuramente l’edificio più celebre è il “Radcliffe Camera”, a pianta circolare, incastrato tra la “Bodleian Library” e la Chiesa di Santa Vergine Maria. Purtroppo, se non si è studenti di Oxford non si può entrare, mentre lo si può fare (e lo coniglio) nell’attigua biblioteca.
Radcliffe Camera

Definita (a torto o a ragione non so) la più famosa biblioteca del mondo, essa contiene una copia di ogni libro pubblicato in Inghilterra. L’ingresso, che prevede una visita guidata, costa 7£, dura un’ora e si tiene quattro volte al giorno.
L’enorme libreria del duca Humfrey’s è forse la parte più spettacolare; inoltre, gli amanti di Harry Potter potranno provare l’emozione di entrare nella biblioteca di Hogwarts, visto che parte delle scene ambientate nella scuola di magia e stregoneria sono state girate lì!
A pochi metri dalla Biblioteca è presente “the Bridge of sighs”, traduzione “Il ponte dei sospiri”. Ecco, non me ne vogliano gli inglesi, ma questo ponte, che collega due College, non ha nulla a che fare per storia, ambientazione e significato con il suo omonimo a Venezia. Infatti, dopo una breve ricerca, mi sono accorto che questo è semplicemente un nomignolo attribuitogli da alcuni studenti, ma che nei piani dell’architetto non c’era alcuna volontà di emulare l’esemplare veneto.
A meritare una visita vi è anche il “Castello Rivelato”di Oxford, sede di numerose rappresentazioni teatrali, il cui tour costa 10 £ e arricchito da mura, una prigione e alcuni passaggi segreti.
Nonostante mi fossero stati consigliati, ho evitato di entrare per ragioni di budget al “Sheldom Theatre” e nella “Christ Church”, mentre mi sono concesso una passeggiata nel Giardino Botanico, fondato nel 1600, che costeggia parte del River Cherwell: finalmente ho potuto osservare gli studenti esercitarsi in canoa, immaginando epiche sfide con i rivali di sempre di Cambridge.
Poi,con un paio di sterline sono entrato al Trinity College, uno dei più noti di Oxford, dove ho potuto fare il giro dell'edificio, affacciarmi alle aule aperte al pubblico, e respirare dall'interno la vita accademica. Sono molti i college che permettono, in certe ore, la visita da parte dei turisti
Il resto della giornata l’ho passato per le vie di questa deliziosa cittadina medievale, ogni tanto finendo in mezzo a studenti che, con tanto di “tocco” festeggiavano la fine degli esami, chiedendomi se anche per loro quel momento coincidesse con l’inizio della disoccupazione.
Una volta conosciuta la somma delle rette che pagano annualmente e gli stringentissimi requisiti scolastici che bisogna avere per accedervi, mi sono convinto che no, era più probabile mi fossi imbattuto in futuri Carroll o Cameron. Comunque sia, auguri a loro.
Alla fine il dubbio se sia meglio Cambridge o Oxford mi è rimasto, comunque sia, sono rimasto soddisfatto della scelta fatta!

Costo: 45 £ (18 di viaggio, 10 di castello, 7 di biblioteca, 3 di giardino botanico, 2 di Trinity College, 5 per mangiare)
Tempo visita: 6 ore
Consigliato: si

Ah, per chi non la conoscesse, in Inghilterra è molto diffusa la catena di supermercati Poundland (che Dio la benedica), in cui tutto è venduto a 1£. Molto comodo è il reparto frigo, con sandwiches e molte altre "schifezze" pronte; spesso con un pound ti porti via 2-3 bibite. Era talmente economica che io, prima ancora di arrivare nella città di destinazione, mi segnavo sul diario l'indirizzo del Poundland della città (giuro, non lavoro per loro! :)

sabato 12 luglio 2014

Viaggiare oltre Londra…Stonehenge!


“Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire.” Sebbene eccessiva, questa affermazione di Samuel Johnson racchiude più di una verità; infatti, visitare l’Inghilterra senza passare da Londra è un po’ come entrare agli Uffizi senza fermarsi davanti alla Primavera di Botticelli. Un’eresia.
Stonehenge

Londra, infatti, presenta decine di sfumature, tutte diverse, e tutte in grado di “sfamare i palati più differenti”: dando per scontati i “must per turisti” (Torre di Londra, Big Ben, Westminster, London Eye, Buckigham Palace, ecc), esiste la Londra dello Shopping (come non citare Harrods), quella dei grandi musical, quella regale e imperiale, quella marinara di Greenwich e dei Docks, quella operaia, quella “futuristica”  di Canary Wharf, quella multietnica (Soho e il quartiere indiano su tutti) ,quella per i cultori di calcio (Arsenal e Chelsea, per citare le due più importanti,sono di casa lì), e molte altre ancora. Durante la mia più recente visita ho incrociato anche qualche gruppo alternativo che girava i sobborghi londinesi sulle tracce delle opere più interessanti della Street art.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
Poeti, scrittori, grandi scienziati, filosofi, politici, generali: un po’ tutto il meglio dell’umanità sembra essere passato da lì, lasciando, ciascuno a modo suo, un personalissimo contributo. Persino un “gigante italiano” come Foscolo è stato sepolto lì, prima che la sua salma, parecchi anni dopo, venisse tumulata in un cimitero italiano. Rimane però, a Chiwsick Cemetery, un imponente mausoleo in suo onore.
La fuga di cervelli, evidentemente, non è prerogativa della nostra epoca.
Tuttavia, può capitare, durante un soggiorno prolungato in terra d’Albione, di voler “spezzare” il tempo dedicato alla visita della Capitale, con delle gite“fuoriporta”.
Anche in questo caso, le alternative non mancherebbero: il castello di Leeds, le scogliere di Dover, le universitarie Oxford e Cambridge (accomunate con il termine “Oxbridge”, a volte in maniera un po’ dispregiativa dagli studenti delle altre facoltà), Canterbury e la sua cattedrale, la ricca BrightonStonehenge e il mistero che questo sito attira su di sé.
Volendo, con un po’ più di tempo, ci si potrebbe spingere verso Ovest, con la romana Bath e l’interessantissima Bristol, oppure a Nord, direzione York.

COME SPOSTARSI
Uno dei primi quesiti da porsi è, appunto, quale mezzo utilizzare. L’Inghilterra, infatti, grazie alle liberalizzazioni (lì sì, vere), presenta un ricco ventaglio d’opportunità per spostarsi: diverse compagnie ferroviarie, pullman, taxi, autonoleggi,ecc.
Per orientarsi tra tutte le offerte che ci vengono proposte è utile partire da qualche certezza:
1)Viaggiare in Inghilterra è caro: i trasporti, mediamente, costano di più che quelli italiani.
2)Per gli spostamenti tra le città, il mezzo più economico è il pullman.
3) La tratta singola, sola andata, comprata pochi minuti prima della partenza, costa “l’ira di Dio”.
Si risparmia molto consultando le varie promozioni in Internet, acquistando con largo anticipo i biglietti, prenotando unitariamente l’andata e il ritorno, o comprando dei mini abbonamenti.
Per ciò che riguarda i pullman, ne esistono diverse compagnie, che variano sia nelle tratte che nei prezzi. Intendo segnalarne due, per me le migliori.

La prima è la National Express (http://www.nationalexpress.com), leader nel settore, che ha come pregio quello di essere diffusissima in tutto il Regno. Con lei arrivi dappertutto a prezzi che, viaggiando coi treni, ti scorderesti.

La stazione centrale da cui partono ogni giorno centinaia di pullman targati National Express è la “Victoria Coach Station”, a 400 metri circa dalla Stazione Vittoria di Londra.
Come detto, questa compagnia, affronta le rotte più varie, con una certa efficienza. Durante il mio mese britannico mi sono affidato più che altro a lei, senza rimaner (quasi) mai deluso: fanno eccezione un paio di ritardi e una sosta “forzata” di un’ora in una piazzola per indefiniti problemi tecnici. Ma insomma, per i business man, quelli che non possono sgarrare di 5 minuti, ci sono gli efficientissimi (e carissimi) treni; per i turisti si tratta di un’ottima soluzione.
Per risparmiare sull’acquisto dei biglietti, come detto, è necessario acquistare preventivamente il ritorno (anche per non rischiare di rimanere a piedi, nel caso il pullman si trovasse pieno…e, fidatevi, ho assistito in tal caso a scene di panico). Un esempio della portata del risparmio può essere quello dell’acquisto del biglietto Londra-Canterbury: solo l’andata veniva 9£; mentre andata + ritorno, 12£!
Certo, comprare anche il ritorno preventivamente significa sapere con certezza quante ore starai nella destinazione prescelta, senza possibilità di proroga nel caso non riuscissi a visitare tutto, ma…sono i rischi del mestiere!
Altra possibilità di risparmio, sempre viaggiando con la National Express, è l’acquisto della Coachcard: ce ne sono di quattro tipi, per i giovani (Young Persons, sotto i 26 anni), per gli anziani, per i disabili e per le famiglie. Hanno durata annuale e costano 10 £.
La Young Person Coachcard garantisce 1/3 di sconto su ogni tratta prenotata: con pochi viaggi si rientra del costo della stessa e il risparmio è garantito!
Soluzione ancora migliore sarebbe quella di viaggiare con la Megabus . Questa compagnia, realmente low cost, ha il difetto di coprire solo le tratte più distanti e le città più popolose(es. Londra -Edinburgo, Londra-Bristol). Inoltre, i viaggi sono molto meno frequenti, e ci si muove in orari improponibili (spesso all’1 di notte).

Tuttavia, esistono viaggi che, con un po’ di fortuna, si possono acquistare con appena 1 £! E anche senza questi colpi di fortuna, i prezzi restano comunque molto bassi, assolutamente i più convenienti del mercato… e poco importa se il pullman a volte non sembra nuovissimo (per usare un eufemismo), e la distanza tra i posti è piuttosto ridotta: l’importante è arrivare alla meta…economicamente! Questo il sito della compagnia https://www.megabus.com/
Anch’essa, a Londra, parte da Victoria Coach Station.





STONEHENGE
Fatta questa amplissima premessa, parto raccontando la prima gita fuori porta: Stonehenge!
Chi non ha mai visto foto o poster con questi enormi monoliti che si stagliano nel cielo terso, immensi, tra le verdi colline incontaminate?Chi non ha mai fatto congetture sugli alieni e su un loro possibile passaggio da quelle parti?
Praticamente nessuno rimane immune dal fascino che questo posto esercita, e anche se, in fin dei conti “so quatro sassi”, una puntatina è quasi d’obbligo farla.
 Ma io vi metto in guardia sin da subito: raggiungere questo misterioso sito non è né semplice né economico. Infatti, non esistono treni o pullman che arrivano a Stonehenge direttamente (che si trova sperduto tra le campagne inglesi, a circa 140 Km da Londra), ma si tratta di arrivare alla città più importante della contea (Salisbury) , a 9 miglia dai monoliti( quindi una quindicina di km),e da lì prendere un bus che ti porta fino al sito archeologico.
Non prendo nemmeno in considerazione l’idea di affidarmi alle agenzie che organizzano tour da Londra per Stonehenge, vista la loro attitudine a spennare il turista, e decido di affidarmi, come al solito, alla National Express.
Non sbaglio. Infatti, un’andata e ritorno Londra-Salisbury la pago sulle 14£, con tre ore di andata, e tre e mezzo di ritorno, a causa di un cambio a Southampton. (ovviamente la tariffa è ridotta sia per l’acquisto diretto A/R, sia perché provvisto della “preziosa” Young Persons Coachcard).
I problemi arrivano a Salisbury (città che non ho avuto modo di visitare, ma che in molti consigliano, anche solo per la sua celebre cattedrale). Infatti, da lì parte solo una compagnia di bus che arriva a Stonehenge: non ci sono vie alternative, a parte quello di andare in macchina.
I bus, a due piani e con l’audio guida (in inglese), si possono prendere sia in centro città, che davanti alla stazione dei treni, e, oltre a Stonehenge, possono portarti sia a Amesbury che a Old Sarum, le altre due attrattive di rilievo della zona.
C’è solo un piccolo problema: il prezzo! Infatti, per comprare il biglietto A/R si paga la bellezza di 14 £. Mica male per un viaggio di 18 miglia complessive.
C’è la possibilità di comprare direttamente sui bus A/R + l’entrata a Stonehenge, il tutto per 26 £: si risparmia qualcosina, visto che, acquistati separatamente, il saldo sarebbe di 28.50£.
Infatti, l’ingresso “adulto intero” a Stonehenge è di 14.50£.
Insomma, capirete che dopo oltre tre ore di viaggio e 40 £ spesi, viene da chiedersi se più che una testimonianza aliena, Stonehenge non sia altro che una trappola per polli. Poi pensi al tuo amico, filo inglese, che te l’aveva menata per anni con la storia della “gratuità” del sistema museale inglese, e ti viene da mandarlo a quel paese (Salisbury??!) anche ripensando ai 20£ che qualche giorno prima avevi speso per entrare al castello di Dover. Ma tant’è, ormai ci siamo. Meglio non farsi rovinare la giornata con brutti pensieri.
Sceso dal bus, ti trovi in un parcheggio, circondato da dolci colline, arse dal sole (stiamo parlando di inizio giugno). Davanti a te è collocato un enorme e modernissimo “centro d’accoglienza”, costituito dalla biglietteria, da un punto di ristorazione, l’immancabile negozio di souvenirs, e una parte chiusa, che, scopro poi, costituirà la parte interattiva finale della visita.
Tutti si guardano avanti e indietro, strabuzzano gli occhi, cercano con lo sguardo qualsiasi rudere che possa avere la mitica forma di Stonehenge. Niente da fare. 
Il famoso e futuristico centro d'accoglienza

Molti, probabilmente, si chiedono se fosse possibile fotografare i massi da fuori, senza pagare il biglietto. Non è comunque vero che essi appaiono, in fotografia, in mezzo all’erba, in un ambiente agreste, libero, non circondato da mura? Come può essere così impunemente nascosto?
Nulla. Nemmeno facendo il giro della costruzione si trova qualcosa.
La soluzione è presto scoperta: dal centro accoglienza partono, ogni mezzoretta, dei trenini scoperti (inclusi nel prezzo, ma mi sembra il minimo, visto il prezzo) che, scollinando, ti portano finalmente a Stonehnege..
La tratta percorsa, che molti affrontano a piedi, sarà di un Km scarso, sufficiente però a celare l’oggetto del desiderio di centinaia di turisti.
Le seguenti due ore le passerai a fare il giro del sito archeologico,circa 400 metri di circonferenza, al quale non ci si può avvicinare troppo (la distanza minima in alcuni punti sarà di circa 6-7 metri), facendo decine di foto e ascoltando l’audioguida. La magia e la pace del posto sono sicuramente in parte rovinate dalle centinaia di turisti più o meno chiassosi che scattano a ripetizione selfie.
Visti più volte, e da ogni angolazione possibile gli enormi monoliti, ci si può incamminare verso il centro d’accoglienza.
 La delusione, visto il prezzo, sarà solo in parte ridotta dal centro interattivo, molto interessante, che oltre a riprodurre in una grotta artificiale la storia di Stonehenge in pochi secondi (veramente molto suggestivo, specie perché associato al cambio delle stagioni e delle tradizioni durante i secoli), presenta molti spunti di approfondimento circa le civiltà antiche, i loro modi di vivere e le loro tradizioni. E’ anche ricostruita qualche capanna in legno e paglia, tipiche del 5 secolo BC (o, per noi italiani, AC).
Ricostruzione di un villaggio primitivo
 La visita di tutta l’attrazione richiede 3-4 ore. Il costo e la distanza mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma penso che, alla fine dei conti, una giornata dedicata a Stonehenge sia (quasi) necessaria: non ci fossi passato, sarebbe stato un pezzo mancante del mio viaggio. Una lacuna che avrebbe reso un po’ più povera la mia esperienza

Per tutte le altre info: http://www.english-heritage.org.uk/daysout/properties/stonehenge/

COME: National Express+ bus
DOVE: Stonehenge, Salisbury. A140 km da Londra (88 miglia)
QUANDO: l’8 giugno

PREZZO: 40 £ (14 di A/R + 26 £ di ingresso, e di trasporto da Salisbury a Stonehenge, e ritorno)
DURATA: 10 ore. 3-4 di visita, più 6-7 per raggiungere il posto da Londra.

venerdì 4 luglio 2014

Wwoof in Uk



COS’È
Una prima idea per viaggiare a lungo spendendo poco può essere quella del wwoof.
Per chi non lo sapesse, il wwoof (World-Wide Opportunities on Organic Farms) è un’organizzazione che mette in contatto aziende biologiche con lavoratori occasionali (i wwoofer, appunto). I primi offrono vitto e alloggio ai secondi in cambio di lavoro (solitamente non specializzato): la durata delle giornate lavorative, il cibo, la divisione del tempo, la sistemazione,ecc variano da host a host (questo il nome dell’azienda che riceve il woofer).
simbolo del Wwoof
 Essendo, appunto, un rapporto non regolato, ma che varia a discrezione delle due parti (con l’host che ha nettamente il coltello dalla parte del manico, poiché da lui dipendono il cibo, l’alloggio e livello di sforzo richiesto sul lavoro), non è difficile imbattersi in forum in cui alcuni wwofers si lamentano di essere stati trattati come schiavi, dormendo in tenda e lavorando decisamente troppe ore in relazione a ciò che gli veniva garantito; d’altro canto, non mancano host che denunciano la presenza di scansafatiche,buoni solo a”sbaffare”, che vedono questa esperienza come un modo per fare una vacanza “gratis, o quasi”.  Ecco, a tal proposito,penso sia importante cercare un punto in comune tra le parti, dove il rapporto non sia quello che lega un datore di lavoro a un dipendente, ma nemmeno quello che lega un ospite a un ospitante. 
Inoltre, sarebbe buona cosa creare un rapporto di reciproca fiducia tra i due, con il wwoof visto anche (e soprattutto) come arricchimento reciproco.
Un'altra osservazione che mi sembra giusto fare è relativa al motivo per cui si pratica il wwoof: molti (probabilmente a ragione) collegano ciò all’idea di “cibo biologico, dieta vegetariana, applicazione dei principi della permacultura,sviluppo sostenibile,critica al consumismo, utilizzo di pratiche alternative di vita ,ecc”.
Tutte motivazioni nobili, senz’altro, ma, come scritto, l’intento del blog è quello di fornire idee ai viaggiatori (possibilmente in maniera economica); per cui analizzerò il wwoof, specialmente la mia esperienza, sotto quell’aspetto e non secondo gli aspetti sopraccennati.


COME FARE
Se si vuole partire come wwoofer, per prima cosa, bisogna scegliere il paese di destinazione: infatti, ogni Stato europeo (o almeno, i principali) ha un proprio sito, differente dagli altri.
Prendendo come esempio quello Uk (
http://www.wwoof.org.uk/), una volta iscritti bisogna versare una quota (quando l’ho fatto io, maggio 2014, di 20 sterline): essa comprende il ricevimento della newsletter, e l’essenziale mappa di tutti gli Host britannici con relativi contatti.
Ci si renderà conto che gli host inglesi sono moltissimi (molto più che gli italiani),sparsi per tutto il Regno, e che non riguardano solo farm: oltre a esse, che sono la maggioranza, sono presenti anche molti privati e comunità ( opzione scelta da me).
Cliccando sul nome dei vari host ci apparirà una scheda informativa in cui, oltre ai contatti, si definiscono le caratteristiche del luogo: indirizzo, ore richieste al giorno, periodo dell’anno in cui hanno bisogno, incarichi da svolgere, possibilità di mangiare veg., numero massimo e minimo di giorni di ospitalità(solitamente si va dai 10 giorni al mese), lingue parlate, abbigliamento più o meno fornito, tipo di sistemazione,ecc.
Ovviamente, dal sito c’è la possibilità di fare ricerche mirate in base alle proprie esigenze (es. scartando tutte le farm che accomodano i wwoofer in tenda, come da me prontamente fatto).
Scelto l’host congeniale, lo si contatterà:credo che un mesetto prima della partenza desiderata sia il periodo migliore (molti non risponderanno o diranno di non avere disponibilità di posti). Ricevuto l’ok da parte dell’ospitante è necessario, a mio modo di vedere, chiarire tutti i punti non specificati preventivamente, in modo da non incorrere in spiacevoli situazioni o equivoci una volta arrivati là.
Concordata la data di arrivo…non ci resta che partire!
Poichè spesso le farm si trovano lontano da centri abitati e stazioni, non è raro che gli host si offrano di venirvi a prendere e portare!
L’aspetto importante è proprio la complicità e il reciproco aiuto che si deve instaurare tra voi due, che va oltre lo scambio economico “prestazione fornita-vitto/alloggio ricevuto”!

MY WWOOFING
Passando alla mia esperienza,la decisione fu quella di orientarmi tra le comunità (scartando quindi i privati) non troppo distanti da Londra.
Questo perché, essendo la mia prima (e per ora unica) esperienza, mi pareva più semplice proiettarmi in una realtà con più persone, con la possibilità, qualora mi fossi trovato male, di fuggire col primo treno per Londra, piuttosto che finire sperduto nelle valli della Cornovaglia, tra le grinfie di un burbero contadino inglese!
Dopo un paio di rifiuti, ricevetti l’assenso da parte di una comunità religiosa (http://www.thewellatwillen.org.uk/) di Milton Keynes,nel buckinghamshire, città a circa 75 km a Nord di Londra.
Con loro sono stato 4 settimane, lavorando 4-5 ore al giorno, la mattina.
I compiti mi venivano assegnati durante la colazione, ma generalmente riguardavano il “gardening”: potare alberi, tagliare l’erba,rifinire i bordi dei prati, raccogliere e accatastare legna, “disboscare” aree verdi trasandate, piantare, rastrellare via foglie, dissodare terreni, e “lavoro dei lavori per i wwoofers”…il weeding! (ossia togliere le erbacce, a mano o con le cesoie). Durante le prime fasi dei lavori ero sempre seguito da un addetto del giardino che, vedendo il buon avvio, presto tornava ai suoi impegni.
Durante le mattinate di pioggia (consistente, non “quattro gocce”, sennò sarei dovuto andare in giardino 3-4 volte in tutto) mi si affidavano compiti “domestici”: pulire la cucina, passare il battiscopa, togliere le ragnatele dagli angoli della casa, ecc.
Proprio perché si trattava di una comunità religiosa di anziani (che non avevano come obiettivo il profitto, che invece può avere una farm), i ritmi di lavoro erano molto bassi, e non era raro che, finito un incarico mezz’ora prima dell’orario concordato, mi lasciassero “a disposizione” ovvero con le mani in mano fino all’una, ora del lunch.
Il fatto di essere una comunità religiosa (anglicana per la precisione), non era assolutamente un limite per me: loro la mattina si raccoglievano in preghiera (cosa che a me non era richiesta), ogni tanto si trovavano con altri pastori di comunità simili per cenare; tenevano corsi simili ai nostri catechismi ai ragazzi del luogo.
Lo stile di vita era molto tranquillo, sobrio, e le giornate scorrevano nella totale quiete.
Ciascun anziano aveva uno spazio privato dove dormire, e io sono stato messo in una delle 4 “guest room”: una stanzetta con letto molto comodo, e a fianco doccia e bagno (ahimè senza bidet).
Parte dell’edificio era pubblico,e vi era una “camera comune”, con libri, dvd e una tv; un angolo dove si poteva fare del the, caffè e assaggiare qualche biscotto;la sala da pranzo, la cucina e la lavanderia, in cui  c’erano 3 lavatrici sempre utilizzabili.
Fuori c’era un bel giardino,e l’edificio, abbastanza lontano dal centro della città, si trovava a pochi passi da uno splendido lago(Willen Lake) meta di pescatori e sportivi durante la settimana e di rumorosissime combriccole e famiglie durante i weekend.
Durante la settimana i pasti erano cucinati ottimamente dalla “amministratrice” (la quale ti veniva incontro qualora avessi esigenze alimentarui specifiche), mentre nei weekend, considerati giorni “liberi”, il cibo te lo dovevi preparare tu.
Proprio i weekend, per un wwoofer che ha come obiettivo il viaggio, sono la parte più interessante del viaggio: infatti, il sabato e la domenica non viene richiesto alcun lavoro, e...quale miglior occasione per girare (parte) dell’Inghilterra?!. Basta uno zainetto, ombrello, qualche pounds e un minimo di programmazione, e si possono vedere un sacco di cose: personalmente ho passato diverso tempo a Londra, oltre che Salisbury, Stonehenge, Oxford, York e Canterbury (queste escursioni, i mezzi di trasporto, carissimi in Inghilterra, e relative informazioni le affronterò in un altro post). 
Le mura e la cattedrale di York
Inoltre, durante i pomeriggi settimanali, è possibile visitare le zone limitrofe: guadagnata la fiducia della comunità non è difficile farsi prestare una bici,e, con essa (grazie all’enorme disponibilità di piste ciclabili) girare Milton Keynes (che comunque piccola non è, visto che sfiora le 200000 persone), Newport, Olny, e altre cittadine, che saranno pure ignorate dalle cartine turistiche, ma sono interessantissima testimonianza del modo di vivere inglese.

Gli anziani della comunità si sono dimostrati molto ospitali (prestandomi più volte il pc, e offrendomi passaggi), apprezzando l’impegno che mettevo nello svolgere gli incarichi: un paio di volte mi han pure fatto cucinare, ma non penso sarò ricordato per quello =). Alla fine si era instaurato un sentimento di reciproco rispetto, se non, in alcuni casi, di affetto.
Certo, se mi chiedete di descrivere con un aggettivo questa esperienza, non metterei al primo posto quello di “divertente”: si è comunque con una dozzina di anziani iper religiosi e non troppo loquaci; non ci sono altri volontari(almeno,così è capitato a me); le escursioni te le fai in solitaria, e le serate non sono fonte di spasso (si mangia alle 18.30, e alle 20.00 sono più o meno tutti ritirati nelle proprie stanze); ma tirando un bilancio, esso rimane più che positivo.
In 28 giorni giri a sufficienza ,vivi e mangi come un inglese: insomma, ti immergi in una cultura che, facendo il turista classico, percepiresti appena. Non trascurerei neanche l’aspetto educativo: è giusto sapere che dopo un mese non parlerai la lingua della Regina come fosse tua da sempre, ma è altrettanto giusto affermare che ci saranno netti(e per me faticosi) miglioramenti. Un aspetto non da poco, visto che molti ragazzi pagano migliaia di Euro per farsi un paio di settimana in qualche scuola dell’Inghilterra con questo obiettivo.
Quindi, concludendo,quella del Wwoofer è stata un’esperienza (anche se la prima e unica ad ora) molto positiva! Sicuramenteci riproverò, magari nella Scozia o in Irlanda, e, stavolta, passando ad una farm vera e propria.
Ci sono molti wwoofers che, nello stesso viaggio, ne girano 3-4 prima di tornare a casa. Io ho preferito iniziare con poco: se c’è qualche lettore che ha avuto esperienze del genere, sarebbe interessante ce le raccontasse!
Un Saluto, Marco
                                                                     





Dove: Milton Keynes, Buckinghamshire(Uk).
Veduta di  Willen Lake

Come: Tramite il Wwoof

Costo:
- 150 E di viaggio (incluso l’arrivo all’areoporto di Orio al Serio,e una volta a Londra, il raggiungimento della Comunità/ e ritorno).
- 500 E . Questa cifra varia notevolmente in base a come e quanto si vuole viaggiare nei weekend. Se si sta per tutto il periodo in Comunità i costi sono davvvero irrisori (ma che senso ha?); d’altra parte, se tra sabato e domenica si decide di dormire in hotel, se ci si sposta col treno (mezzo più caro, specie se non si prenotano i biglietti con enorme anticipo) e se si entra in tutti i punti di interesse, essi lieviteranno notevolmente!

Durata: 28 giorni 


Requisiti: Un minimo di inglese, e buona volontà!

mercoledì 2 luglio 2014

Benvenuti!


Siamo due fratelli che hanno una passione in comune: viaggiare.
Non fatevi ingannare dal nome del blog, non abbiamo la pretesa di andare fino in Cina o in altri luoghi remoti del Mondo ( cioè, magari in futuro si, ma non ora, a causa delle scarse risorse economiche!)…ci accontentiamo di viaggiare sporadicamente per l’Europa, con mezzi più o meno originali e per periodi piuttosto brevi.
Viviamo il viaggio come avventura piuttosto che come vacanza, e preferiamo spendere il poco che abbiamo da parte per le vacanze in 4-5 giorni “dubliners sulle tracce di Joyce, piuttosto che farsi rimbalzare una settimana dalle migliori discoteche dell’Adriatico.
Lo scopo di questo blog è quello di fornire uno spazio per la condivisione di avventure in giro per il Continente (penisola inclusa, ovviamente): noi saremmo i primi a postare i nostri itinerari, ma ci aspettiamo che facciate anche voi lo stesso, in modo da fornire un’importante fonte di idee e di orientamento ai viaggiatori- lettori del blog.
Infatti, viaggiando, ci siamo resi conto di come possa essere molto utile sapere preventivamente come raggiungere Dover da Londra, o quali sono i mezzi più economici della Slovacchia; capire se è fattibile il cammino per Santiago di Compostela anche per un “sollevatore di forchette”, o quanto costa (e in che condizioni è) l’ostello in cui si è dormito nel centro di Budapest.
L’interesse spazia a tutti i tipi di viaggio: di pochi giorni o di settimane, in Italia o all’estero,al mare o in montagna,in macchina o in bici, in compagnia (anche dolce) o da soli.
Ci dev’essere un solo denominatore comune: l’economicità!
L’obiettivo è quello di arrivare a destinazione,visitando più luoghi possibili, limitando al massimo le spese!
Infatti, estendo studenti, il calo del saldo sulla postepay ci spaventa più di un controllo del peso del bagaglio a mano da parte degli operatori Ryanair!
Quindi, se siete cultori delle serate al Twiga, e trovate più eccitante “sbocciare” champagne piuttosto che fotografare i fiordi norvegesi, spiace ma questo non è il vostro luogo
Chiediamo, a chi volesse contribuire alla creazione di questo “spazio”, di scriverci una mail (marco2291@libero.it), in cui si fornisca l’itinerario percorso, i prezzi e i mezzi per giungere alle attrazioni turistiche, dove si è dormito e mangiato, con relativo giudizio, e, perché no, una foto.
Magari, a fine mail, sarebbe interessante scrivere il costo totale del viaggio: così da avere un’idea di cosa si sta andando incontro. Il testo, più che fungere da “diario personale”, deve essere utile a chi legge con informazioni concrete, orari, ecc.
Sperando che possiate trovare utile ciò che posteremo nei prossimi giorni…e attendendo le vostre esperienze..

Un Saluto, Marco e Dario!